Nonna, ho sognato che avevi un doppleganger.
Io ero con te, nella casa della tua vecchiaia e della tua reclusione,
e insieme chiamavamo l'altra te, per telefono o telepatia,
ne avevamo immagini talmente nitide da fare male.
Immagini della casa della nostra gioia e dei nostri ricordi,
usurpata da quest'impostora,
così elegante, giovane, leggera.
Abitava fuori dal tempo
il suo privilegio infinito,
senza curarsi del nostro dolore.
La nostalgia ci apriva il cuore e le lacrime.
E capivamo che, finché questa ucronica te fosse vissuta,
tu non potevi morire.
Impossibile tramonto
come ritorno impossibile.
Sospese nel nostro esilio, ci siamo abbracciate.
Come la notte in cui ti ho accompagnata, fuori dal sogno.
Ricordi cosa ti dissi?
"Via con me.
Torniamo a casa".
Nessun commento:
Posta un commento