Cinque lettere perdute,
le più salde,
cinque lettere che credevo eterne, ma come,
ma come, ma come,
il pianto s'affaccia agli occhi
quel pianto catastrofico vietato
come da un comandamento.
Nonpiangerenonpiangere
mi hai detto quella sera,
con voce forte e chiara
di nonna mamma,
eco di milioni
di altri nonpiangere
antichi come
tutta la vita, tutta la vita, nonna,
nell'ora della tua morte,
raccolgo solo vita e vita
ancora,
e come una canzone d'amore
adesso è già tardi ma è presto
se tu te ne vai.
E come una canzone d'amore
via via, vieni via con me,
ti ho lasciata andare,
ti ho aiutata a passare,
ma ora la tua assenza
non mi fa respirare,
e vedi scrivo male,
vorrei comporre un rap
per gridarti che non riesco,
non ci riesco, la vita è una trap-
-pola, senza di te.
Pensavo di sapere
il dolore dell'orfano,
di portarlo come un solco,
perdita costante di battito,
e invece non sapevo, non del tutto,
ora che sei morta so che fare il lutto
di questa mamma totale,
mi fa troppo male e io non so.
E viene fuori anche
che sono malata,
sclerosi multipla come Riccardo,
autoimmune come papà,
corpo nemico che deve tradire,
la storia si ripete e come faccio a capire,
se tu non mi aiuti a ricucire?
Nuna, nuna, nunina,
dopo tanto peso
sei partita leggera leggera,
ti ho tenuta, ti ho slegata.
E anche Sirio.
Noi eravamo il nodo, noi abbiamo fatto
apertura e ponte, sì, ma adesso.
Prendo il telefono e ci cerco dentro
la traccia della tua voce, forse si è impigliata...
Prendo il telefono e risponde il vuoto,
al tuo numero vecchio vecchio,
riecheggia l'assenza, io non ce la faccio,
sembra ma non è vero,
non c'è più fondamento alcuno,
sono persa, persa, persa,
faccio finta,
fai finta di non lasciarmi mai,
è troppo tardi ma è presto
se tu te ne vai.
Nessun commento:
Posta un commento