ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

giovedì 20 luglio 2023

Solo per farti ciao-ciao

Che cosa sogni sul tappeto volante,

con Azazel che ti ronfa tra i piedi?

La pantera delle nevi

devi averla già incontrata,

son sicura che a te,

questa furtiva, si mostra.

Come anche i fantasmi 

delle case vuote,

custodi silenziose

d'indirizzi vecchi

e numeri di telefono in disuso.

Quando spalanchi gli occhioni

e guardi un punto preciso

che io non afferro,

sorridi e alzi la manina

l'agiti insicuro ma ti concentri

come a rispondere a un linguaggio

che sai bene.

E il mio materialismo non m'impedisce

d'immaginare gli abitanti morti

dei luoghi amati

far capolino dal ventre dello spaziotempo

sconvolgere le leggi della fisica

solo per farti ciao-ciao.

Abitare l'assenza

Pensarvi entrambi al cimitero,

esercizio nuovo, duro come marmo.

Quel che resta del corpo,

non vi cerco lì, certo, ma.

Io quei due corpi lì li amai,

corpi che furono uno, mamma e bimbo,

poi nonna e padre,

corpi da cui viene il mio corpo,

quello di mio figlio.

E non venire a trovarvi

in cima alla collina gentile,

non venire a vederla, l'estate,

perché vi ci ho lasciati d'inverno.

Che strano cliccare su pausa,

sospendere il dolore sospenderlo

eppure gustarlo in fondo

o attorno ad ogni gioia, ogni nuovo

ricordo che nasce e si accoccola,

c'è l'abito dell'assenza.

Ricoprire gli occhi di un velo

non lacrime ma séparé,

fanno due posti due tempi due me,

doppio passo zoppo, adesso e prima,

senza e con,

e Sirio che mi chiede tutto e subito.

Ha ragione lui, piccolo corpo nuovo,

vivo che pretende vita,

presente che vuole ora,

vocina fortissima che chiama

attraverso l'abisso d'altrove

chiama da qui.

Rispondere e guardare strabica,

tenere insieme ostinato

di bimbo, papà e nonna,

non mollare, non mollare.

Abitare l'assenza,

non abituare.

 

 

 

 

 



 

  

 

giovedì 9 marzo 2023

Nonna

Cinque lettere perdute,

le più salde, 

cinque lettere che credevo eterne, ma come, 

ma come, ma come,

il pianto s'affaccia agli occhi

quel pianto catastrofico vietato

come da un comandamento.

Nonpiangerenonpiangere

mi hai detto quella sera,

con voce forte e chiara

di nonna mamma,

eco di milioni

di altri nonpiangere

antichi come

tutta la vita, tutta la vita, nonna,

nell'ora della tua morte,

raccolgo solo vita e vita

ancora,

e come una canzone d'amore

adesso è già tardi ma è presto

se tu te ne vai.

E come una canzone d'amore

via via, vieni via con me,

ti ho lasciata andare,

ti ho aiutata a passare,

ma ora la tua assenza

non mi fa respirare,

e vedi scrivo male,

vorrei comporre un rap

per gridarti che non riesco,

non ci riesco, la vita è una trap-

-pola, senza di te.

Pensavo di sapere

il dolore dell'orfano,

di portarlo come un solco,

perdita costante di battito,

 e invece non sapevo, non del tutto,

ora che sei morta so che fare il lutto

di questa mamma totale,

mi fa troppo male e io non so.

E viene fuori anche 

che sono malata,

sclerosi multipla come Riccardo,

autoimmune come papà,

corpo nemico che deve tradire,

la storia si ripete e come faccio a capire,

se tu non mi aiuti a ricucire?

Nuna, nuna, nunina,

dopo tanto peso

sei partita leggera leggera,

ti ho tenuta, ti ho slegata.

E anche Sirio.

Noi eravamo il nodo, noi abbiamo fatto

apertura  e ponte, sì, ma adesso.

Prendo il telefono e ci cerco dentro

la traccia della tua voce, forse si è impigliata...

Prendo il telefono e risponde il vuoto,

al tuo numero vecchio vecchio,

riecheggia l'assenza, io non ce la faccio,

sembra ma non è vero,

non c'è più fondamento alcuno,

sono persa, persa, persa,

faccio finta,

fai finta di non lasciarmi mai, 

è troppo tardi ma è presto

se tu te ne vai.

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