ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

domenica 5 dicembre 2021

I miei stupidi intenti

Il multiverso riserva sorprese

alternative lancinanti in pianti muti

"MORE!"

pianti neonati su adulti parentali

poesia, bloccata a letto poesia,

(there is)

still life.

 

Per molti versi non ho mai scritto,

abbandono, mai più, ferocia,

non ne sapevo niente.

Adesso suppongo, scivolo.

Per molti versi animali umani,

"MORE!" - till in the end

singhiozzo

che far delle mani, del volto,

tutto tolto, la parola.

 

Poi amori rotti, amori interi,

insufficienti e stanchi

i figli che non avremo

i figli che non verranno

i figli anche loro altrove,

altravolta, altra vita, non questa, questa è andata, una mano sbagliata, roll the dice, les jeux sont faits, rien ne va plus.

 

Lavoro lavoro e allora?

Lavoro eppure,

"MORE!" - till in the end, the day came

sospesa la fatica sempre,

tutto solo fragile.

 

Io troppo poco per il sistema,

forse mi ha mangiata e sputa 

relitto naufragio io,

moscerino non lucciola,

la mia forza da moscerino

la mia rabbia da moscerino

in rivolta da moscerino

se fossi una balena e invece

volevo vivere,

volevo solo vivere 

e invece

"MORE!" - till in the end, the day came, in the end came


Mi rimangono i nomi, quelli sì,

tutti i vostri nomi e anche il mio,

nomi più veri di noi,

le cose si squagliano presto.

 

Cosa devo, posso o altri modali idioti?

Dondolo, dondolo 

"MORE!" - till in the end, the day came, in the end came, close of a long day

che alla fine anche se è la fine

anche se poi mi lascio cadere

when she said to herself, whom else, time she stopped,

m'importa soltanto

l’œuvre de Sisyphe che abbiam fatto,

ognuno di voi, io.

 

 


 







domenica 22 agosto 2021

La trama

Trasmettere qualcosa all'altro
l'altro del poi, che bussa all'ora,
trasmettere è forse 
mettere a disposizione
significanti, immagini
o impressioni, anche, 
insomma un certo spazio
predisporre alcuni luoghi
all'apertura e allo scarto,
alla tenuta e allo scasso,
per quel restauro fragile
che implica ereditare -
spingere via, e abbracciare.
 
L'estate del mio 
allenamento a trasmettere -
paura e desiderio
di rinunciare e partire,
insegnare, concepire -
è l'estate nera di Kabul.
I miei piccoli drammi,
piccoli strappi,
mentre la Storia
stravolge di nuovo la trama.
 
Come preparo, per chi scriverà,
i fogli, la piuma e la lama?
La lama, forse, sopra ogni cosa.
Ché si dovrà tagliare, slegare,
sciogliere, scavare -
libertà è la fatica
di disfar della trama 
un punto preciso,
preciso dolore
per spostarsi e iniziare
a filare altrimenti.

lunedì 16 agosto 2021

Nero su nero

Dei furtivi tu sei
l'istigatore perfetto,
tra l'erba e le stelle
di te un fruscìo
in codice per io
vuol dire
 
nero su nero continua,
che segui e precedi
rettile, drago
ardita lepre,
io solo umana ma sento
vettori animali
ibridare altro ritmo. Rischioso?

Hai avuto paura, Azazel?
Quando hai annusato assenza,
hai deciso sparire,
agguato teso e invisibile,
attutito il suono tenuta l'ombra Azazel,
tre giorni
non ti hanno sentito.
Ma c'eri!

Passo la frontiera
un treno per sola preghiera
e la voce ha risposto alla voce,
scambio di sillabe nostre,
corrisposti odori
mi porti a casa
ché senza te 
nessun luogo più 
riparare può,

non farlo sul serio,
sparire è solo per gioco,
solo per poco,
nero su nero ma insieme,
e se avventura tua
senza lacci umani

va bene ma torna,
poi torna sempre vicino,
concreto e fratello felino,
torna sempre torna
nostra materia sul cuore
nero su nero Azazou.
 

martedì 13 luglio 2021

Prima dose

Godo del privilegio

della biopolitica,

per sorteggio

o sortilegio

nacqui dal lato giusto,

la mia vita vale

la spesa.

Più a sud pochino

un pochino meno,

dal mare in poi

la gente nemmeno vale

il salvagente.

Troppo evidente

tutto il teorema.

L'antivirus in vena

vorrei così tanto 

piratare il sistema.


domenica 4 luglio 2021

Sottotraccia

In un sogno dovevo scrivere

dentro al rumore,

strepitavano voci false,

coprivan la mia.

Cosa scrivere di un mondo

dal suo punto di fine,

cosa scrivere di piccolo

abbastanza per rifugiarsi

tra le righe e pensare.

Non ho risposte,

ho un po' studiato ma non so,

trasmetto forse solo forse.

Conforto incrinature.

A Losanna un punk anarchico

scende lungo una via del centro,

furtivo come il suo cane,

ma trovo tracce sui muri

sui cartelli stradali

d'Extinction-Rebellion, ZAD 

e altre linee di fuga.

A Losanna ho un nuovo

esperimento da tentare.

E riconosco la sensazione

di non essere più in nessun qui,

sospesa, in transizione,

è una scomparsa à bas bruit,

un passo di danza 

che chiede distanza

tra me e me,

esisto ma esercito

distacco e silenzio,

e le cose da scrivere

son discrete e sottili

palpitano sotto una nebbia,

che le minaccia

di sparizione.

Ma devo scrivere.

Perché c'è ancora uno spazio,

e quel che è da scrivre

vive qui.

 

 


sabato 1 maggio 2021

Cruellest month

Aprile è il mese del sangue,

lì sgorga la fonte del mio,

lì estenuata finisce.

Anche aprile finisce,

e senza primavera lascia

le dita fredde.

Vedi ancora la vita?

Cos'è per i morti?

O per i mai nati.

Da qui fa piangere,

la vita nuda, volti di maschera,

ma della sua gioia

soprattutto piango,

della potenza.

L'animale sta in disparte,

si nasconde da tutti,

ma senza la sua inquietudine

esistere è solo abitudine.

So che è qui vicino.

Sento il suo tremito e il suo sguardo.

Vorrei saperlo tenere, proteggerlo

ma forse non si può.

L'animale vive altrove,

tra me e te, forse, tra tempo e ucronia.

Vai, corri, salta, graffia, 

apri uno squarcio e passa, cercalo.

Un frullo d'ali, un richiamo gentile,

strusciare furtivo di fusa.

Poi torna, e porta un frammento 

della sua voce,

fuori dal buio che avvolge il sogno.

Così saprà che tra i vivi

ancora il suo sangue scorre.

martedì 16 marzo 2021

Alberi

Far con le parole

come il vento

e coi polmoni

come un canto,

fare con le mani

come un cuore,

fare con il vuoto,

non riempire.

Si coprono di niente d'inverno,

vibrano nel cielo livido,

d'azzurro tremano.

I loro morti solcano i mari,

i loro morti svegliano il fuoco,

i loro morti abbracciano

scritture nostre.

Fare con la danza

un destino

le radici

come piedi,

fare un SOS

per la Terra,

fare pazienza

veder finire.

venerdì 5 marzo 2021

Come all'inizio

In un sogno ritrovavo agende vuote

bianche bianche,

dieci anni passati

senza lasciar traccia.

Anti-materia del tempo.

Anno 2014, 

anti-ricordi diventano immagini,

disegni, fotografie.

Materia psicologica è radioattiva,

lo vidi in altri sogni 

sognati accanto.

Cielo blu assoluto e guarigione,

vita grida e reclama

presenza. Prontezza.

Sei mesi per decidere

se commettere 

al mondo un Altro.

Mio cuore vive ancora

straziato da due amori

graziato da due amori.

Parole d'amore non si scrivono,

s'incidono nei battiti,

fluire del sangue

d'un corpo nuovo e ferito, 

pellicola fotografica

come all'inizio.

martedì 26 gennaio 2021

Polvere

Il tempo ha un inverno?

Se ce l'ha forse è arrivato,

è caduto con la neve

ma non si è sciolto.

Nessun oggetto esiste

soltanto nodi 

di relazioni,

ogni corpo

è un evento.

La trama del mondo è minuta,

discreta,

un ricamo sottile.

Si è rotta l'illusione

della continuità.

C'è come una polvere

ad attutirmi il cuore, 

si posa in silenzio

tra me e me.

Forse è stanchezza, letargo,

tutto succede

meno drammatico.

La mia nonna che si spegne.

Le tragedie dei miei amici.

Il mio corpo inerte sul tavolo.

Lo spazio pubblico deserto.

Dov'è la mia rivolta?

E l'amore?

Non so più... Stare in agguato.

Sonno, sonno, sonno...

Son più lucida nel sogno.

Lì c'è colore, la polvere non soffoca,

palpita. E ti tengo, Old Boy.

Che facciamo?

Dopo tutto questo Thànatos?

Tornare vividi?

Ne avremo il coraggio, la follia?

venerdì 1 gennaio 2021

Lignes d'erre

Finire il dottorato è nevicare

leggera leggera su paesaggi passati,

sapevo fin dall'inizio

che il vettore riportava indietro.

Ero nell'allegro 

turbinare di un gerundio, 

e adesso il participio 

è passato e punto.

E questa malattia del mondo,

un anno di cadaveri,

e di morenti soli,

di vivi paralizzati

e i neonati 

non posson sapere che vuoto 

si trovano alle spalle.

Forse questo la neve

cade a consolare.

Ma per bucare il bianco

ci vorrebbe un mantello nero,

Azazel lo sa ma è lontano,

a rianimare altri occhi tristi.

Io nella neve mi sento nuda.

Dove va a finire il moto, la pulsazione?

Linee di fuga, erranza, nomadismo.

Poi la realtà dell'inerzia. 

Chi difende la scintilla?

Finire il dottorato

fa veramente freddo.


 

 

 

 

 


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