Finire il dottorato è nevicare
leggera leggera su paesaggi passati,
sapevo fin dall'inizio
che il vettore riportava indietro.
Ero nell'allegro
turbinare di un gerundio,
e adesso il participio
è passato e punto.
E questa malattia del mondo,
un anno di cadaveri,
e di morenti soli,
di vivi paralizzati
e i neonati
non posson sapere che vuoto
si trovano alle spalle.
Forse questo la neve
cade a consolare.
Ma per bucare il bianco
ci vorrebbe un mantello nero,
Azazel lo sa ma è lontano,
a rianimare altri occhi tristi.
Io nella neve mi sento nuda.
Dove va a finire il moto, la pulsazione?
Linee di fuga, erranza, nomadismo.
Poi la realtà dell'inerzia.
Chi difende la scintilla?
Finire il dottorato
fa veramente freddo.
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