ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

sabato 4 giugno 2011

luce elettrica

E così mi somministri all'improvviso

una notte in polvere.

Ma se ieri rideva come un mostro? Non te la ricordi.

Adesso è debole, derisa dalla luce elettrica

della civiltà.

Si nasconde in fondo agli angoli,

arretra, inciampa,

stanotte la notte balbetta ferita.

Una notte in polvere, da sciogliere in un bicchiere

che sorseggio insensibile,

meccanica. Una notte asettica. Leggera.

Perché mi porgi questo calice triste? Leggero, leggero.

Tu lo dimentichi mentre lo fai.

Perché dimentichi, ti chiedo.

Sorridi. Perché le cose passano.

Le cose, le ore, le storie, le persone.

Tutto passa, tutto in polvere, leggero, leggero.

Quindi lo dimentichi mentre lo fai,

ricordi in polvere, leggeri leggeri.

Tanto vale, vale tanto

poco. Ma perché

vale tanto poco?

E soprattutto perché allora

io do ancora i nomi alle cose

-alle ore, alle storie, alle persone? Perché io ricordo ancora?

Pesante, pesante

mi trascino in giro

il mio ridicolo carretto di reliquie. Ricordi gelati.

Che me ne faccio di tutta questa roba, mi chiedi.

Sorrido. Le faccio compagnia.

Ma intanto

la luce elettrica della civiltà mi incendia gli occhi

e arretro

e cerco gli angoli della polvere della notte.

Dal mio rifugio ti chiamo piano mentre

ti guardo danzare leggero (leggero) e scintillante,

in alto,

e non so raggiungerti

e non so dirti

e non puoi sentirmi

e non puoi

ricordarmi.

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