Adesso fatemi almeno scrivere: non ho scritto più.
Ho scritto novantanove pagine in una lingua che non è la mia e che non lo sarà mai. Ho scritto nell'illusione lucida
di far gridare una volta una rivolta che sovverte
le preghiere e redime
i desideri.
Io di desideri ne ho molti, troppi, ma lo spazio diventa stretto e mi chiude.
Io volevo soltanto partire, inseguire il nordest, dicevamo Baltico all'unisono,
in riva al Rodano,
e anche dal fondo del grido di questo furvento assurdo
ci brillavano gli occhi.
Dicevamo Baltico all'unisono,
in riva al Rodano,
e c'era una piccola lista
di cose da portare.
Ci bastava la piccola lista, ci bastava.
Ora non lo so più.
Tutte le mie azioni e pulsazioni
mi appaiono diafane di insignificanza.
Non afferro più niente,
non affermo, ti tengo,
ti tengo in mente.
Con questo bisogno (es)tremo di salvare chi amo.
Di arrivare in tempo, almeno una volta in tempo.
Con questa incapacità profonda di capire chi siamo
e perché.
Il senso della nostra risalita,
del nostro contro ostinato ?
Dovrei averlo qui, per te.
E invece. A mani vuote,
ti abbraccio, a mani nude.
Non so cosa dirti, amore mio,
non so cosa darti di me ora,
né del mondo.
Gira in tondo,
non capisco altro.
È poco. È tutto troppo poco,
sono in bancarotta di idee, di salti,
di forza di gioco.
Pensavo di conoscere la morte e la malattia, e mi sbagliavo,
mai, non si conosce mai niente così male
come la biologia.
Forse il mare.
Forse il vento.
ucronista

- iskariel
- Paris, France
- Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...
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