ucronista

La mia foto
Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

domenica 12 giugno 2016

sommario


Non so cosa si possa scrivere del mutamento selvaggio, del movimento centrifugo di gettare tutto veloce nello zaino, tutto fuso insieme, calzini foto e diari, libri sacri di un tempo.
Cosa potrò mai dire della mia vita prima, ora, una vita che sento più forte di prima solo perché ne sono morta.

"Quando lasci la tua terra, non puoi più tornare al punto da cui sei partito.
Quel punto, tu l'hai staccato dalla pianta dei tuoi piedi per sempre, la pianta è recisa. Punto. Sei andato a capo.
Attenta, sorella di straniamento. Chi parte davvero non torna più indietro."

Cosa potrò mai dire della mia vita di adesso o di dopo, quando so benissimo
che nessuna delle due è reale.

"La radicalizzazione è uno sradicamento."

Come potrò mai ricordarmi della mia terra, se non ne ho mai avuta una.

Sono incapace di donare
uno statuto ontologico stabile ai mondi che attraverso.
Esisto ? No ?
Ho perso la facoltà di restare. Di appartenere. 

La lingua che parlo è sempre comunque straniera, non importa quale, lingua madre o lingua padre o lingua dei figli che non avremo.
Non abito più.
Alla fine ha vinto lui, questo oggetto di ricerca feroce, la sua "compenetrazione agita" mi agita da quando sono, finalmente mi ha trafitta.
E io lo ringrazio, io sono felice nella pancia
di questo galeone di pirati da circo.

- Vivo precaria, per aria, per mare, per non morire,
o per imparare a passare. 


Notre statut d’étrangère à ce pays d’accueil nous permet une alliance. Ces identifications réciproques peuvent induire de ma part un défaut de contenance dans ces premiers temps du groupe, sans doute à l’image de l’éprouvé du défaut de contenance au cours du processus migratoire, comme répétition du défaut de contenance dès la naissance.  
(Blandine Bruyère)


Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi