ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

domenica 27 ottobre 2013

dieci


Partiamo, ci siam detti stanotte,
andiamo via, e ridevi,
vieni, ti ho pregato,
usciamo fuori nel buio
insieme, non importa dove,
che saprà portarci.

Ma non eri tu.

Vengo sempre
a cercarti
nelle tenebre.

Ombra amata
tra tutte le ombre
che Morte ha disfatto,
ancora ti conosco
ancora mi aspetti
vicino,
ma troppo vicino
sempre troppo tardi per tenerti.

Ottobre è tornato
e tornato,
dieci volte ha steso
il suo mantello,
bianco come il cielo,
e quel cielo così bianco!

E la condanna a vita
a parlare al passato.

Stanco
il mio canto non ti raggiunge,
ragazzo padre,

dieci compleanni
buchi neri,
cecitudine invincibile

che non ti vedrò più,
tranne che in sogni confusi,
non ti dirò più,
tranne che in doloranti inutili
monologhi,
sei stato
morto sei morto,
il mio caro, amato, adorato, agognato,
sei 
tu
il mio morto più spietato.

martedì 1 ottobre 2013

povero diavolo

c'è una sveglia che suona da qualche parte e nessuno che la spegne,
una sveglia che non sveglia nessuno,
è un pigolio disperante.

stanotte ho sognato di essere perseguitata da un essere plastico,
continuamente trasfigurantesi in persone diverse, alcune inesistenti,
altre amate.
l'essere metamorfico minacciava di mettere veleno nel cibo
dei miei gatti, e di  sterminare i miei umani,
io cercavo di ucciderlo in ogni modo ma non moriva,
usavo contro di lui il suo veleno ma non volevo morisse,
un po' per senso di colpa un po' perché mi avrebbero arrestata per omicidio
(pur non essendo lui tecnicamente uomo),
allora volevo chiamare l'ambulanza
ma lui rideva e diceva che appena mi fossi allontanata per prendere il telefono
si sarebbe alzato e avrebbe mietuto le sue vittime.

poi qualcuno che passava mi chiedeva "ma chi è questo?"
e io rispondevo "non è nessuno"
e lui urlava agghiacciante come corroso da uno strano acido,
allora capivo e ripetevo "nessuno, non sei nessuno!"
e sfoggiavo cultura classica gridando "oudeis! odisseo, non sei nessuno! nemo!",
friggendo il mio nemico a colpi di sinonimi.

ma poi mi faceva pena, questo povero diavolo,
e la smettevo di apostrofarlo,
lo guarivo a cerotti di "qualcuno, certo che sei qualcuno, anzi sei molti,
e poi ho sempre amato ulisse,
ecco chi sei, mostro polimorfo",
e lui mi chiedeva scusa, mi diceva che scherzava, diventavamo amici.
 

nessuno ti aveva detto

che quando vivi troppo ti spunta un altro cuore, a destra,
e il sangue scorre via troppo da sinistra
troppo veloce e un anno fa
un anno fatto di sei mesi di luce e sei mesi voltati indietro
ti lascia indietro sfinito scucito, col torcicollo a chiederti cosa ancora
a chiederti ancora cosa, qual'è il punto allora,
qual'è l'ora di questo cuore spuntato
cuore che punge, parassita vorace,
feroce muscolo inutile che ti fa più debole.

che dovevi prepararti, risparmiare, investire,
avere un piano b e un piano c per la vita,
una vita passata a studiare a scrivere ad amare è utile come una bici senza ruote
o un picì senza internet o un pianeta cubico, 
non c'è moto né rete né orbita plausibile,
non ci resta che piangere e anche quello è quasi finito,
che ci manca il tempo, e la pazienza e il coraggio.

che adesso è già ormai, ed è più facile sentirsi inutili e arrendersi
e rendersi conto che c'est pas grave morire giovani,
almeno ci si risparmia la plateale conferma di aver fallito
e si lascia tutti sorpresi,
sospesi nel dubbio che forse si sarebbe stati speciali.













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