(Il rigurgito delle ore serali
porta l'assalto di ciò che non ho fatto,
casella vuota,
fantasma sottile che insegna ai miei occhi
la misura esatta della distanza.)
dagli occhi stanchi,
stropicciati come naufraghi,
quanto misura la distanza
è un compito a casa
che mi ucciderà.
Perciò lo rimando,
aggrappandomi all'unica saggezza
che abbia mai coltivato,
la saggezza dello scolaro,
che dice non è per domani.
Appendere
negli occhi sciolti,
sbiaditi come annegati,
una bandiera bianca
a salutare la tua partenza
-un'altra partenza-
è un gesto simbolico
che mi soffocherà.
Perciò lo nascondo,
applicando l'unica tecnica
che abbia mai esercitato,
la tecnica del sofista,
che dice non gli occhi,
ma i capelli sono sciolti,
e non sbiaditi,
ma schiariti dal sole,
e non una bandiera,
ma un nastro bianco, va appeso,
e non la tua partenza,
ma il tuo arrivo, va salutato.
Arrendere
negli occhi spenti,
staccati come quadri,
i sogni alla ghigliottina
è l'atto irriducibile.
Perciò io lo riduco,
lo ridico ridicolo,
lo rido via,
una mano sugli occhi,
come dice il buffone.
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