Matassa, matassa,
che cosa vuoi fare?
Un abito di gelsomino,
cristallo di carta,
nascere alle quattro,
morire alle dieci.
Esser filo di lana,
catena ai tuoi piedi,
e nodo che stringa
alloro amarissimo.
Matassa, matassa,
cosa vuoi cantare?
Ferite di cera,
dolore di mirto.
Dormire al mattino,
di notte vegliare.
E questo fa un coltello
un piccolo coltello
che entra appena nella mano,
pesce senza squame o fiume,
perchè in un giorno speciale,
fra le due e le tre,
con questo coltello,
due forti uomini giacciano
con le labbra illividite.
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