ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

domenica 3 maggio 2020

settanta ventotto aprile

Questo corpo
con la fronte ardente e le dita gelide
è un corpo che trema
da dentro a dentro
in esilio dal fuori

povero corpo
come ti faccio male

il cuore è l'unico pezzo
che continua vivo
animale piccolo selvatico
furtivo in agguato nel bosco
prende il poco che c'è gioisce
si dona ancora ancora

Ancora scrivo eppure
dev'essere questo il laccio
che per davvero non sciolgo
l'anelito la rivoluzione
se fuori abbandono
qui resisto
fino all'ultimo istante

Ti parlo allora ancora da dentro
cassa di risonanza che sola insiste
a contenerci tutti e due
viva e morto e il contrario
ci sono mondi in cui ci riabbracciamo?

Se si tratta di io
finisco sempre per vergognarmi
c'è davvero poco
tu meritavi un'erede
meno disperata
ma forse allora avrebbe dovuto
amarti di meno
forse dovevi
amarmi di meno

Se si tratta di noi
sono squarciata e fiera
papà
ma questa parola significa?
Papà oso chiamarti nonostante
sedici anni e più
di onoratissimo orfelinato
è il cuore sai che non si arrende
credo voglia battere anche per il tuo
che domenica invece ha ceduto
si è strappato strappato
il tuo cuore domenica
sono rimasta io

a farti tanti auguri per i tuoi settant'anni
tondi tondi oggi
non avrai mai l'età
per essere vecchio
eri bianco bianco
dopo la tua guerra
forse avevi capito
ma non me l'hai detto

Io passo la vita a scrivere
e abbraccio come albero a rami spalancati
passo la vita sottovoce
sottovoce gridare e infrangere
Penelope ha aspettato vent'anni
tessere e disfare
l'abito funebre nuziale
tessere e disfare
ingannare il succedersi dei giorni
tessere e disfare

non è pazienza
è condanna ad amare

Papà non avrò un figlio
non l'avevo mai immaginato
che quel rifiuto per brutto tempismo
fosse rinuncia alla follia di generare
speravo tanto poter parlare
di te a tua nipote
sarebbe stata un'irriverente
con gli occhi gialli come i tuoi
e io già l'aspettavo

Adesso credo che non verrà
povero corpo mio è malato
forse non saprà tenerla
farsi rifugio robusto per lei

Non avrò un figlio papà  
e da quando l'ho saputo
faccio come se niente fosse
ma mi spezzo e affondo come barca
barca cede e mare inghiotte

Non è mica colpa del mare
se tra noi umani ci si lascia
annegare








la chiamo libertà

Ho creduto che la parola
fosse energia che di voce in voce
desse una forma abitabile al mondo,
trasformasse gli altri in vicini.

La parola è caduta,
trafitta
da menzogne umane,
troppo umane.

Ho sperato che l'amicizia
tenesse insieme i miei stralci coi vostri,
come spago robusto tiene
tutto il tempo della traversata.

L'amicizia è dissolta
in pallidi gesti,
ché il tempo nostro
è tempo della fine.

Mi è sembrato che l'amore
significasse meraviglia di sguardo,
passo vivo, corsa e capriola,
gioia grande, aperta avventura.

L'amore è sfinito
sciolto nella pioggia,
nessuno ha pensato
a metterlo al riparo.

Traverso allora da sola
quest'ora logora e vuota,
e per non morirne
la chiamo libertà.

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