ucronista

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Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

giovedì 26 luglio 2018

Tutta la vita in una notte

La danza mi vaga nei muscoli
come un dolore simpatico,
sembra sia scritto e invece
sbiadisce piano piano.
Ma ieri nella notte
stava la vita tutta,
la sua domanda grande,
risposte smangiucchiate.
Non fu sintesi ma
movimento di corpi,
fu un accendere e aprire,
au décapsallumeur.

Apri una birra, 
accendi una canna,
un solo utensile,
per tutte queste labbra. 

Non rider di noi,
signore del tempo,
non minimizzare.
Mica è poco appicciare
il poco che resta,
farne piccola festa,
ripiegarsi di mare
in tempesta.

I tempi son mesti,
ridicoli, storti,
padroni funesti,
ma non siamo morti. 

Mica è facile ridere.
A trent'anni il pozzo
delle vite precedenti
si spalanca cupo e rozzo,
ti fa un male cane ai denti.
Dico, lo senti ?
Il mare ha chiuso.
Il mare ringhia,
il mare di mezzo è escluso,
il mare azzanna,
porta i suoi morsi il caruso,
il mare piange
i corpi di chi si era illuso.
Movimento di corpi.

E tutto quel che fai
è chieder come stai
ai figli dell'orrore,
ai nati al viaggio
e morti e rinati,
marchiati al coraggio.
È il tuo lavoro?
Scrivere sempre
le tue parole cliniche
Purché non siano ciniche.

Scrivi della notte.
A volte,
tutta la notte
sta in una vita.
Allora.
Appiccia quel che resta, 
psico-nauta.
Appiccia e apri,
se ti riesce,
apri un solo varco
nel muro abissale,
un'onda soltanto raccogli
di tutto 'sto male.

 

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