ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

domenica 28 giugno 2015

mosca cieca


Porca realtà
precaria e sparsa
ti manifesti
nella scomparsa.
 
Porca materia, certezza friabile
dovresti esser salda e invece ti sfaldi,
stai muta sorridi e mi guardi,
impenetrabile. Eppure

tutto era chiaro, tutto
era vero, mi sembra,
la natura e il mio sguardo,
ero io alla finestra,
eran mie quelle membra,
e cadeva la sera,
e pareva sincera,
ma ora è diverso, son perso
porca la nebbia, io cedo,
non so più cosa vedo!

Non somiglia più a nulla la mia
visione fasulla,
possibile che
sul fondo degli occhi
io abbia soltanto dei trucchi
di fantasia?
Tradimento!

Il trucco nasconde deserti
di sabbia e di vento,
per dimenticarne il tormento
li tengo ben chiusi,
i miei occhi aperti.
Ma senza ritocchi,
se non mi mento,
non vedo che pochi
miscugli atomici inerti,
fantasmi confusi.

Che siano altri uomini, forse?
Altrettanto delusi?
Porca cecità,
in te è radicata
la mia verità,
nell'ignoranza ostinata
della sfumatura,
di quanto sia dura la profondità.

Una tela mi è sempre bastata,
perché la realtà disegnata
restava ben piatta, educata,
ben delimitata.
Ero io alla finestra, mi sembra
e mia, la mia ombra,
ma non la riconosco,
più non mi appartiene,
la tela non tiene,
porca la nebbia che viene,
io non lo capisco
il mondo che ho nelle vene!
Dov'è questo corpo, la stanza,
dov'è lo spazio
e il tempo che avanza?
Dove gli oggetti ordinati,
dove i miei volti più amati?
Dove il mio dove, le prove
che tutti noi siamo nati?
Dov'è la pioggia che bagna
la generosa campagna?
Dove sarà la foresta
che poco fa mi chiamava?
Tutto era solo
nella mia testa
e già verso il niente
sfumava.

Non mi stai più nelle mani,
porca illusione presente!
Che posso dire, sei brava
quando mi fai inconsistente.
Che posso dire, che c'eri,
visioni, rumori, pensieri,
e mi facevi reagire,
potevo insultarti o gioire,
io ti chiamavo reale,
mio strano mutante animale.

Al buio e al silenzio sto male,
se il mondo scompare son solo,
la pioggia è finita,
oppure era finta,
mi hanno ingannato,
non sono nemmeno bagnato.
O forse più semplicemente
l'ho dimenticato.

Ricordo di quando
vagavo accecato
come una mosca in esilio,
perdevo gli amici,
restavano voci
che davano falso consiglio.
Su vieni, son qua!”,
com'eran diverse le risa,
com'era stonata la mia serietà,
cercavo fantasmi e lo spettro ero io,
ero io
a non essere “qua”.
Al buio e al silenzio sto male,
tornate da me, volti cari,
che possa vedervi più chiari,
non continuate a scappare,
siatemi ancora compari
di gioco!
Almeno per poco!

Ho freddo.
Chi ha spento il mio fuoco?

Al buio e al silenzio sto male,
per questo ho accettato
la grotta in cui mi hanno legato,
per farmi scambiare il reale
con tremule ombre incastrate
su un solo fondale.

Funziona.
La finzione è buona.

La corda che mi han regalato
mi tiene da quando son nato
al riparo dal dubbio
tra quello che è vero
e quello che mi han
propinato,
una grotta mi è sempre bastata:
la mia mente pian piano è mutata,
non più ragione, ma ragioniera
e questa prigione mi è grata,
rassicurante barriera.

Porco calore di uomo,
che mi distrai dalle ombre!
Loro son belle, lontane, pulite,
profuman di menta,
di niente,
di buono,
ma sento un calore di uomo,
viene da troppo vicino,copre le ombre,
il buio e il silenzio,
come realtà che persiste,
anche se io non la guardo,
lei esiste.

Al buio e al silenzio sto male,
al buio e al silenzio, 'sto mare!
Non voglio toccargli le onde,
non voglio sentirlo puzzare!

Mare Nostro,
che sei tra le Terre,
sia dimenticato il tuo nome,
svanisca il tuo segno,
sia matta la tua volontà,
come in Siria, così in Libia,
e taci oggi il nostro sangue umano,
e difendi per noi i nostri egoismi,
come noi li difendiamo contro i nostri debitori,
e non ci indurre in migrazione,
ma liberaci dal mare,
amen.

giovedì 4 giugno 2015

preghiera notturna al mio daìmon

"Oh, aiutami a fare come si può!
Prenditi tutto quello che ho!
Insegnami le cose che ancora non so, non so!
E dimmi quante maschere avrai,
e quante maschere avrò.
Oh, aiutami a stare dove si può!
E prenditi tutto quello che ho!
Insegnami le cose che ancora non so, non so...
E dimmi quanto maschere avrai,
regalami i trucchi che fai,
insegnami ad andare dovunque sarai, sarò.
E dimmi quante maschere avrò.
Se mi riconoscerai,
dovunque sarò,
sarai. "

[L'Agnello di Dio, F. De Gregori]

martedì 2 giugno 2015

sono io

Non c'è rimedio, nessun rimedio,
mi hanno infuso la malattia mortale
alla nascita.

Ogni micro istante è soprattutto
uno in meno.

Non c'è rimedio, nessun rimedio,
lui quel venerdì ha preso la valigia,
mi è passato di fianco, mi ha sfiorato ridendo parole -
- le ho dimenticate -
io studiavo greco e non l'avrei rivisto.

Semplicemente così, senz'altro,
senza bisogno di alcun peso.
E ora, senza bisogno d'altro,
senza che undici anni significhino,
io resto qui,
mi infliggo questo dolore del ricordo
perché il dolore è l'unica cosa,
mi rimarrà finché avrò nervi per sentire.

Il dolore è l'unica cosa.

Il dolore è lui.
Il dolore sono io.

Non c'è rimedio, nessun rimedio,
lei si sta piegando, lei cade e io
non posso fermarla, semplicemente così,
senz'altro, cade nel nero e non posso fermarla,
e io, semplicemente,
me ne sto a mille chilometri mentre lei cade,
invece lei mi rialzava sempre,
ma io no,
me ne sto così, senza bisogno di alcun
motivo,
perché non ho motivo,

il motivo è Parigi.
Un suono antico,
di cui dimentico
e dimentico il senso.
Non c'è rimedio, nessun rimedio,
la città non esiste,
non esiste il futuro,
finisco qui,

ventisei anni e mezzo,
life is so long, ricordi?

Me lo ricordano i fantasmi,
quelli che respingevo, quelli che non
ascoltavo mai
ora ho tempo,
ora che ho finito il tempo,
avrò tempo per tutti loro finalmente,
per vivere nel fluido
nelle pieghe paradossali in cui tutto si mischia,
Mr Nobody finalmente,

non c'è rimedio, nessun rimedio,
finalmente!
Ho fallito, mi sbriciolo,
devo liberare
lo spazio che occupo,
scalcia e mi si ribella, non mi vuole più
lo spazio mi sbriciola,
e non c'è rimedio, nessun rimedio,

ma Cristo! Che faccia in fretta!












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