Il tempo sorpassa la soglia
il ramo rinuncia alla foglia
d'inverno rimane la voglia
ma è
prima vera primavera
finalmente crudele
come Aprile
e le foto non fatte,
gli anni inciampati
nella neve sciolta.
Storta, tremo la penna
ho come fiumi
la Maina e la Senna,
unici lumi
di una ragione andata.
Sbagliata la strada
confusi i confini,
i vini
naturali non soffrono,
ma forse noi sì.
E queste famiglie
abitate poco
per sempre per gioco,
le coincidenze scivolano
inutile il freno
mentre il treno già parte
da qualche parte
nel futuro vicino,
mentre il treno già porta
a porte chiuse
e bruciore agli occhi.
Ma soprattutto non voltarti indietro
a chiedere il tuo nome alle ombre,
la pasta che scuoce
all'odore di peperoni, oltre
il cuore che scava, si scuce
al profumo di fiori morti.
Un'altra volta di case svuotate
un altro ritmo di vite lasciate
come trapezista a saltare
da una corda all'altra ma
poi sempre nel vuoto,
a cadere.
Soprattutto respira e conta
quante volte, soprattutto
spingi forte il fiato fuori,
niente dentro,
soprattutto rinuncia.
Un'altra volontà di niente
se non di seccarsi e partire,
ennesima foglia che accetta
del vento l'abbraccio fatale.
ucronista

- iskariel
- Paris, France
- Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...
sabato 27 aprile 2013
domenica 21 aprile 2013
fin de partie
se fossi ancora in grado di dire
ti parlerei di una primavera bianca di nebbia,
di un inverno colorato di neve fragile,
delle sfumature sempre più sottili
che dividono i sogni dagli incubi dalla realtà,
visioni, gioco del destino, casualità.
ma non so più.
the cruellest month finisce ancora,
lo senti?
e siamo ancora qui, piccola musa,
in questo piccolo spazio bianco
stanco
arranco per toccarti, ma non esisti e alla fine forse
manco io.
taci e guarda.
nel fondo dei miei occhi vedo
il colore delle foglie morte e il bisogno di sparire
- gemello triste e crudele di quello di essere visti.
esaurisco le energie vitali, e poi?
dopo cosa viene?
che ci sia una data di scadenza, scritta nei geni?
che esista il germe del "c'est tout", più precoce e sottile di quello della morte?
ho visto tutto, ho fatto tutto, sono stata tutto,
mi dico a volte.
e sono sempre più seria.
cosa viene, dopo?
piccola musa, non passare.
una vita a dissipare, una vita ad illustrare illusioni,
una vita a raccontare, a fingere
di cambiare storia, una vita di astuzie retoriche
una vita
di parole.
e una parola, l'ultima, nutrita dal germe sotteso a tutte le altre,
e una sola parola che non so dire,
che non riesco a respirare,
piccola musa, non andare.
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