ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

giovedì 31 marzo 2011

demotivational

E in questa calma perfetta anche la bibliografia sembra rotolarmi addosso come una valanga.
cataclismi nucleari e guerre, e qui solo
bolle di sapone.
sai a cosa pensa una bolla di sapone quando scoppia? a ciò che ha riflesso.
e poi che nulla è abbastanza leggero per lei, nemmeno l'aria.
mi chiedo se alla fine il canto abbia davvero tutta questa importanza.
mi sento come se qualcuno mi avesse aperto la gola
per annodarmi le corde vocali.
posso scrivere ma non posso creare più. nulla.
sai a cosa pensa una bomba quando scoppia? alla polvere.
e poi che nulla è abbastanza impalpabile per lei, nemmeno l'aria.
forse l'unico modo per amare davvero qualcuno
è andare in guerra, in trincea.
in trincea si ama senza riserve, perché di riserve non se ne hanno più. perché una promessa è moneta falsa,
se posso rimandarla all'infinito.
l'eternità stessa è moneta falsa; se avessi scritti in fronte
i giorni che mi restano da vivere non consumerei la felicità
senza coscienza. e in trincea
il numero più alto è uno.

sai a cosa pensa una centrale nucleare quando scoppia? all'atomo.
e poi che nulla è abbastanza innocente per lei, nemmeno l'aria.
il futuro si accartoccia
a Fukushima,
e poco prima
anche ad Hiroshima,
e a Nagasaki (ma
noi, qui in cima,
neanche una stima
perché cambi il clima,
non una sola minima
lima).

sai a cosa penso quando scoppio?

mercoledì 23 marzo 2011

una specie di "in memoria"

chissà come si scrive
ho sognato che eri morto adesso. adesso, capisci?
significa 22-14= 8, 8 anni di convivenza sullo stesso pulcioso pianeta
senza saperlo.
e sapere, poi, adesso -adesso!- che sei morto adesso e vederla, la tua faccia,
mentre muori. ma dopo che è già successo. dopo che è troppo tardi. un secondo troppo tardi.
gridavo come mai in nessun incubo.
nessun incubo ha mai riso così tanto di me.
perché? non lo so.
forse sono soltanto molto arrabbiata con te, cirillo.
se ti incontrassi per strada -se tu fossi vivo ora, se fosse tutta una montatura-
non ti illudere, non sarei sentimentale, ti ringhierei addosso otto anni di mancanza di te,
abbaierei come una lupa malata,
ti pungerei con le mie lacrime, le userei come frecce per farti male,
ti picchierei con tutta la mia forza e ti darei un morso da lasciarti un segno eterno,
prima di abbracciarti e di cadere ai tuoi piedi.
ai tuoi piedi, poi, resterei per sempre,
come quando da bambina mi avvinghiavo alle tue caviglie,
e tu camminavi lo stesso, con una piccola ma tenace me seduta sul piede.
mi hai lasciata che ero spezzata, e mi riparerai, ti dirò soltanto. come frida al contrario.
sono stufa di foto che sbiadiscono ma non invecchiano.
preferirei averti più vecchio e meno sbiadito.
no, hai ragione, tu non sei come le tue foto.
i giorni con te si allontanano, lasciandomi sempre un po' più vacillante, è vero,
ma tu non sbiadisci. si vede che sai che almeno questo
me lo devi.
ricordati sempre che me lo devi, ti prego,
ricordami sempre, cirillo.
sai, sono io che sbiadisco, e per riafferrare la mia immagine
ho bisogno che tu mi dedichi
una specie di "in memoria".

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