Ora le foglie si illuminano di una morte da eroi.
Ammiro ogni loro movenza nella danza che le atterra.
I colori, l'autunno,
è qui che si pensa più rosso.
Però io penso alla neve, forse
perchè anche lei cadeva,
e forse perchè mentre cadeva
la credevo un sogno fragile,
e non mi sbagliavo.
Te la ricordi?
Sembrava non esistere nient'altro.
Sono partita come un soldato eterno,
ma non ho dimenticato gli aironi.
(Mi dispiace.)
ucronista

- iskariel
- Paris, France
- Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...
sabato 31 ottobre 2009
venerdì 16 ottobre 2009
i'm no-thing, i'm just ticking a-way.
il tempo ticchetta via e qualcosa non c'è più.
oggi mi sono alzata.
se solo potessi fermarmi.
ti prego.
oggi mi sono alzata e non mi ero davvero alzata ma era un sogno.
per favore, per favore.
allora me ne sono resa conto, e poi mi sono alzata davvero solo che non mi ero davvero alzata ma era un incubo.
ascoltami, cristo, non così veloce, non così.
a questo punto ho rinunciato ad alzarmi e ho cominciato ad abbassarmi tra le righe di un impossibile addio.
ma mi vuoi ascoltare? per favore! per pietà! non così!
e mi abbassavo e mi abbassavo e le rotaie non finivano mai, il TGV sapeva che parigi era lontana.
non da quella parte! so dove vuoi arrivare! maledetto! fermati! lasciami! fammi scendere!
parigi era lontana ma le tue mani erano calde e i tuoi occhi come un lunghissimo non temere, non temere, stavolta non ci fermiamo, ora si può finalmente tornare,
basta! basta! torna indietro! oddio ti prego basta basta basta basta-
nel marais c'è una mansarda, piena dei nostri libri, te li ricordi? lì ci aspetta l'autunno passato, lì ci aspetta il tempo perduto,
è perduto! hai perduto tutto! tempo bastardo, mi hai perduta!
e niente potrà mai più strapparti dal mio abbraccio,
dal nostro pain au chocolat,
dal nostro tè bollente
dal nostro me
dal nostro noi. fidati. andiamo a casa.
no! in cenere...no, nemmeno. neanche uno scheletro, me ne lasci. neanche un passaggio.
no, nemmeno. nemmeno una cicatrice. niente.
no, nemmeno. un sogno.
ti ho guardato smarrita. nello sguardo balbettavo. ma...questo treno?
va davvero a parigi? noi...andiamo? torniamo?
siamo veri? siamo un sogno?
no.
oggi mi sono alzata.
se solo potessi fermarmi.
ti prego.
oggi mi sono alzata e non mi ero davvero alzata ma era un sogno.
per favore, per favore.
allora me ne sono resa conto, e poi mi sono alzata davvero solo che non mi ero davvero alzata ma era un incubo.
ascoltami, cristo, non così veloce, non così.
a questo punto ho rinunciato ad alzarmi e ho cominciato ad abbassarmi tra le righe di un impossibile addio.
ma mi vuoi ascoltare? per favore! per pietà! non così!
e mi abbassavo e mi abbassavo e le rotaie non finivano mai, il TGV sapeva che parigi era lontana.
non da quella parte! so dove vuoi arrivare! maledetto! fermati! lasciami! fammi scendere!
parigi era lontana ma le tue mani erano calde e i tuoi occhi come un lunghissimo non temere, non temere, stavolta non ci fermiamo, ora si può finalmente tornare,
basta! basta! torna indietro! oddio ti prego basta basta basta basta-
nel marais c'è una mansarda, piena dei nostri libri, te li ricordi? lì ci aspetta l'autunno passato, lì ci aspetta il tempo perduto,
è perduto! hai perduto tutto! tempo bastardo, mi hai perduta!
e niente potrà mai più strapparti dal mio abbraccio,
dal nostro pain au chocolat,
dal nostro tè bollente
dal nostro me
dal nostro noi. fidati. andiamo a casa.
no! in cenere...no, nemmeno. neanche uno scheletro, me ne lasci. neanche un passaggio.
no, nemmeno. nemmeno una cicatrice. niente.
no, nemmeno. un sogno.
ti ho guardato smarrita. nello sguardo balbettavo. ma...questo treno?
va davvero a parigi? noi...andiamo? torniamo?
siamo veri? siamo un sogno?
no.
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