ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

mercoledì 14 gennaio 2009

ore buie che la notte c'entra poco

No.
Penso che proprio dormire adesso no.
Penso che sono un grumo di emozioni che si scannano tra loro allegre e sprensierate e
spietate.

Penso che oggi tornavo a casa e non sapevo più dove cazzo fossi e i Radiohead coprivano i miei passi scricchiolanti sulla neve che coprivano le mie idiotissime lacrime che coprivano il nulla che copriva me.
Penso che la neve non si scioglierà mai e che le rose sono andate. Basta.
Non penso più.
Non penso più al calcio che mi sono presa nelle ossa appena uscita quaffuori
in ciò che ama chiamarsi Mondo Reale.

D'accordo, avete ragione tutti, non valgo un cazzo, non sto in piedi neanche
se i piedi me li inchiodo a terra,
avete ragione tutti, sono una delusione su tutti i fronti,
fanculo le maschere.
Ecco, non ci sono più trucchi. Terribile, eh?
Eccomi, ci sono io. No, neanche.
Neanche, io non sono più.
Quindi. A questo punto. Nulla da perdere.

Penso che un giorno che ho abbastanza coraggio,
penso che un giorno che ho abbastanza
paura,
chiudo gli occhi e vado in Africa.
Dò un nome nuovo a mestessa,
e tanti nomi nuovi alle cose,
dimentico la lingua che ho sempre
creduto essere l'unica,
invento tutto daccapo. Ri-incomincio,
come diceva una me un po' più bassa.

Pagina bianca come il Deserto
e niente neve
o forse solo neve - cos'altro è la sabbia? ,
ma con un altro nome.
E tra mitra e cadaveri
e tra violenza e vita che non
si fa seppellire,
e tra cannella e orrore
forse
troverò
il modo giusto di usare le mani
e gli occhi
e le lacrime
e i sorrisi
e le parole
e il silenzio.
Forse saprò vivere e forse saprò anche
morire
senza sentire questa costante insopportabile
dissonanza che mi legge matta.

"Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
solo i sogni che non fanno svegliare?"
"Sì, Vostro Onore, ma li voglio più grandi"
E i miei alibi prendono fuoco,
il guttuso ancora da autenticare...
adesso le fiamme mi avvolgono il letto,
questi sogni che non fanno svegliare...

"...VOSTO ONORE, SEI UN FIGLIO TROIA!
MI SVEGLIO ANCORA E MI SVEGLIO SUDATO!
ORA ASPETTAMI FUORI DAL SOGNO,
CI VEDREMO DAVVERO.
IO RICOMINCIO DA CAPO."

Il cuore sembra meno furioso. Basta davvero poco,
mi basta sempre un'utopia
un'ucronia
per raccontarmi la favola che ce la farò.
Vado avanti così, io,
a favole, a fate, a pagine disperatamente
riempite per non vederle bianche
penosamente bianche come sono.
Lenta disperazione, sei densa
di improbabili ricordi
che ti ostini a mantenere in vita.

Perchè? La domanda da non fare.
Sotto le unghie ho il passato,
aggrappato alle cellule morte
di quella che un tempo fu
la sua pelle. NO.
NON VOGLIO CHE SCIVOLI VIA!
Il mio demone grida e scalcia,
folle demone masochista
egoista infantile assurdo,
stupido, stupido demone,
sei il demone di un sognatore pazzo,
e mi ucciderai!

"tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria..."

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