La città l'accoglie sempre così.
La fine dell'autostrada e subito il ponte
che non porta più in luogo alcuno.
Nessuno
per cui svoltare in via Stephenson.
Così
i decenni finiscono, già
non si è più giovani eppure
la città rinnova il saluto,
il segno,
fisso nel cemento,
fotografato
nell'unico e solo flusso,
la tangenziale che coltivò
con la sua corsa pigra,
i sogni dei vent'anni,
poi spenti come stelle.
La città dimostra,
delle cose,
in silenzio,
il permanere.
Insiste.
Dice di loro,
che sono stati un tempo.
Trapassato.
Erano stati vivi.
Con nomi brevi e assonanti,
stringhe sonore di "i" e di "a",
consonanti scarne a tenere
due musi d'amanti,
si erano rifugiati,
erano stati tutto.
Oggi
l'infinitudine di tutti i loro
torniamo a casa,
e torniamo a casa,
non fabbrica nemmeno
un solo momento
di più,
né un noi né un io né un tu,
della Ghisolfa rimane un loro,
un monumento.
Che l'accoglie sempre.
A ricordarle che a casa.
Dopo l'autostrada.
Mai si torna.
ucronista

- iskariel
- Paris, France
- Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...
giovedì 1 novembre 2018
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