ucronista

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Paris, France
Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...

tempi persi

lunedì 18 settembre 2017

non dire più atomi

Sull'Ucronia non mia, un tempo che va via, tempi persi, tempi presi, tempi appesi ad asciugare. Dichiarare.
Io sono malata ! Del male della mia epoca non mia, malata ! E non conosco la cura ! Non ho mai avuto paura di questo male, è il mare del non saper amare ! Adesso ho paura ! Di questo amare male, male, male, chi mai mi potrà perdonare per il mio amare che si butta ammare, si butta, amare così male dovrebbe essere reato. Vostro Onore, io chiedo la massima pena, io chiedo, e che i miei occhi, come quelli del condannato, indugino lungamente sullo spigolo della tribuna dei giurati, lungamente, come il messaggio più importante, prima che mi portino via. Mi arrogo il diritto al rogo, o alla prigionia perpetua. Non brucerò come fenice, starò sola, felice di non recar più danno. Io sono valsa la mia pena.
Vostro Amore, io mi costituisco, mi rendo alle forze dell'ordine perché il mio disordine non diventi ancora più forte, per fermare il contagio. Io sono figlia di un secolo che non ama. Sono il mutante post-umano, ma non come sperava Nietzsche, io non sono forte, la mia volontà è pallida e non ho alcuna durezza ! Vostro Onore, io disonoro i poeti veri e i grandi amanti della mia specie, disonoro i partigiani e i resistenti, io disonoro i padri e le madri, e gli umili, che vivono soltanto del loro amore, che dicono "per sempre" e lo mantengono, con semplicità e coerenza, io disonoro quelli che restano, contro il furvento, restano davvero uniti, e non sono nemmeno consapevoli del loro eroismo.
Io sono il furvento.
Sono il mutante malaticcio, che scivola tra le vite degli altri come una variabile impazzita, io creo drammi tragicomici perché intrattengo equivoci, sono un serial-killer di cose belle, di legami, bisogna legarmi, arrestarmi, fermarmi prima che sia troppo tardi. È già troppo, ed è tardi.
Figlia di grandi mitomani, figlia di isterici, sono un concentrato delle tendenze peggiori del mio tempo tristissimo, che confonde la libertà con una linea sclerotica di scivolare, di sottrarsi, ciascun per sé. Ero idiotamente fiera di questa mancanza di identità, di questa inconsistenza, mi dicevo, io passo nelle vite degli altri, ne penetro il nucleo e le nutro, e me ne nutro, poi parto. Tramonto, lascio il posto, mi decentro sempre, ma non è solo questo, non è solo questo. C'è il dolore degli altri, hai un'idea, razza di stupidella, del dolore che provochi ? Di come le lasci, queste vite, quando le lasci ? Con che diritto ? Ma non controllo nulla, vivo di differenze di potenziale, di flussi, io non sono nulla, un ammasso di velocità, dovrei essere soltanto un vento, un venticello bislacco che confonde le barche a vela, e invece no, la mia epoca assurda mi ha fatto carne di essere umano. Perché questo mutante che sono è purtroppo il prototipo dell'umanità futura. Precaria, insicura, che non si cura, nessuno si cura degli altri, ci sono solo schegge impazzite di un Sé che non consiste, che si disfa. Io non sono qui, ma non perché sono sempre e ovunque, contemporanea-mente. Io sono sola-mente. Maltratto il corpo perché lui ricorda, si affeziona, il corpo si lega agli esseri amati, e io lo slego, lo scucio, gli squarcio tutti gli appigli, perché questo purtroppo è il mio destino - ovvero, quello che decido, ovvero, quello che ripeto.
Come fidarsi, come fidarsi ancora di me ?
Vostro Onore, diffidatemi ! Vi rendete conto di quale pericolo rappresento per il mondo umano ? Sono portatrice di una distruzione senza scampo, la devastazione post-capitalista scorre nelle mie vene e nei miei automatismi di azione e di pensiero, sono stata programmata per questo, Vostro Onore, non vedete ? Per distruggere ! Io porto il Caos, necessario al cambiamento storico, porto il marchio oscuro dell'Antropocene. Per questo, mi hanno chiamata "Gaia". Perché io incarno il germe della fine dell'uomo - la fine della società, dei legami che la fondano, la fine della Kultur ! Il mio movimento, nel mondo, è una traiettoria di disfacimento, come Penelope di notte disfa il suo arazzo, io disfo, nella notte della mia coscienza, le regole umane, e il mio lavorio minaccia la sopravvivenza della polis ! E quindi, dell'Uomo ! Le forze violente della Terra mi guidano al di là dei miei fini personali, non sono una "persona", io agisco la volontà di potenza oscura di questo pianeta ferito, che deve eliminarci, per fare spazio alla vita che noi non cessiamo di espellere.   
Poli-amore, donna-lupa, divenire famelico, essere caleidoscopico, incessante passaggio, mito di tutto ciò che è effimero ! Nostalgia ! I miei amori sono arti-fantasmi. Non perseguo la felicità di nessuno, nemmeno la mia, soltanto questa nostalgia invincibile, compimento di una missione che ho sempre voluto rimuovere. Ma che ho ! Ecco le prove, Vostro Onore, tutte le prove !
Condannatemi. Nemica della specie. Mutante pericoloso, veicolo di un virus ideale contagiosissimo, che frammenta l'amicizia, l'amore, la famiglia, il tempo di vita insieme, il consorzio umano. Virus che divora da dentro i dispositivi sociali, unici garanti della sopravvivenza umana.
Curatemi.
Estirpatemi.
Sono malata del male del millenio.
Incapacità di amare.
Il mio corpo, che è umano, soffre di questo squarcio.
Che gli atomi si disfino, che i tiamo si tacciano, io chiedo di tornare
ad essere vento.
 


   

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