Veniva da molto Lontano, da un Lontano che lui crede morto ammazzato.
Lui non lo sa,
ma questo rifugio che viene da Lontano,
mi ha tenuta al caldo tutta la notte,
e non ha respinto le mie lacrime. Glielo vorrei (ma non potrei) dire.
Glielo vorrei (ma non potrei) disegnare.
Sono giorni così.
Una realtà gelatinosa mi striscia davanti e io non la voglio.
Voglio il mio sogno.
Sono giorni che sogno Parigi.
La notte a Parigi è immensa,
Jim Morrison si sveglia e sussurra The End,
e se sei abbastanza ubriaco - c'eravamo quasi, Ragazzo!-
scavalchi le mura del cimitero,
segui il suo grido,
e balli con lui.
Poi
ti porta la luna,
e ti porta a Montmartre,
e poi a Pigalle, tra fantasmi di puttane e mulini spettrali,
senti - dentro quella bottiglia di assenzio abbandonata -
senti - tu che puoi Sentirmi - Baudelaire
che ride disperato?
Ricordi?
Reggae e pain au chocolat.
Mani che si stringono senza chiedersi spiegazioni.
Lì,
ho incontrato
tuoi pezzi di labbra
di occhi
di anima.
La notte, a Parigi.
Sono giorni così.
Ho dormito abbracciata a speranze ridicole,
mi sentivo come un poeta...così assurdo e penoso se costretto a camminare...
Mi sentivo un albatros.
E' che
i marinai,
l'albatros non se li aspetta mai così pieni
di sorrisi rancorosi.
L'albatros non si aspetta parole così velenose...
Se cammino male, se preferisco il cielo,
che male vi faccio?
Perchè tutta questa rabbia?
Per chi?
L'albatros, sfinito,
si ferma.
Pensa alla sua solitudine.
Nessuno potrà mai comprendere
il suo amore per la vertigine.
E' un amore che scandalizza.
E' un amore strano, storto e scordato,
non si intona al coro, non è quadrato,
ciò che ama l'albatros non ha nome,
fa paura, quindi
è sbagliato.
Ogni tanto, si vede proprio per com'è,
in mezzo ai marinai:
un grosso goffo inutile zoppicante pagliaccio.
E si chiede: ma perchè il vento, quel giorno che ha portato via le nuvole,
quel giorno che ha ucciso le fate, a me invece,
mi ha dimenticato qui?
Sono giorni così.
Con questa felicità,
che diosacosavuoldire,
che tutti mi accusano di inventare e di non avere
Mi accusano di mentire, mi accusano di non esistere,
mi accusano di cambiare,
mi accusano di non consistere
in nulla di saldo.
"Sei fatta come gli altri ti fanno!",
mi gridano.
E vorrebbero farmi
come credono fossi,
"sii fatta come noi ti facemmo!",
mi chiedono.
"Oppure scompari,
dissolviti,
e non tornare più."
Sono giorni
che mi viene un gran ridere
di tutto questo rumore.
L'albatros non agisce per convenienza,
o per comodità.
E' molto orgoglioso della sua ingenuità.
Non può sacrificarla
al calcolo dei pro e dei contro,
l'albatros non ha dita per contare.
Ha solo piume, penne e ali.
E le segue. Questo, per lui, è vivere.
Questa, per lui, è Poesia.
E non c'è nient'altro.
L'albatros è poeta. E non può farsi modellare
in nient'altro.
Sono giorni che
ci sono degli attimi che sembrano
lasciare una scia,
come comete.
Smetto di respirare in certi tuoi abbracci.
Riprendo a farlo,
in un modo nuovo,
in certi tuoi gesti.
Perciò
non voglio, non posso, non devo
usare parole violentate
e spiegazzate, abbruttite dai coccodè televisivi
perchè il Gigante le riconosca valide,
e metta loro il suo marchio.
Non sono le mie parole!
Delle mie parole,
il Gigante può anche farsi beffe.
Più alti risuoneranno i suoi ghigni,
più io sarò sicura
dell'irrinunciabile chiaroscurità
del mio sentire.
E, catapultata,
precipicorrerò più in fretta
verso il tuo prossimo
eccomi.
Sono giorni così.
Ho dormito abbracciata
al tuo prossimo abbraccio.
ucronista

- iskariel
- Paris, France
- Gaia Barbieri nasce e vive nonostante tutto come il basilico a Lausanne, da trentaquattro anni e più che altro per curiosità. ...JeSuisUnAutre...
venerdì 20 febbraio 2009
ho dormito abbracciata
ad un rifugio per ricordi perduti.
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